Teoria e Pratica della Degustazione1

 

INDICE

 

 

 

 

REGOLE PRATICHE DI DEGUSTAZIONE

 

Se si deve degustare una serie di vini si comincia dai più leggeri e se si tratta di bianchi da quelli più secchi. Si degustano prima i vini giovani e poi quelli più vecchi. In definitiva bisogna dunque classificare i vini da degustare per ordine di intensità di eccitazione crescente, cioè dai più deboli ai più alcolici, dai più leggeri ai più corposi.

Tutti i campioni devono essere alla stessa temperatura. Per i vini rossi una temperatura troppo bassa (es. 100C> esalta la durezza1 la tannicità e l'acidità. I vini bianchi invece sono favoriti dalla bassa temperatura e quindi se si vuole evidenziare i possibili difetti occorre degustarli a180C.

Per evitare invece l'azione ossidante dell'aria conviene degustarli tuffi subito dopo la stappatura. Se si tratta di vini vecchi è importante fare attenzione a~ possibili depositi ed inoltre non conviene mai scaraffare perché il bouquet, frutto di processi di riduzione compiutisi lentamente al riparo dall'aria, scompare o si attenua più o meno rapidamente. L'aerazione è consigliata solo in quei vini dove si rivelino dei fenomeni riduttivi difettosi (odore di idrogeno solforato o uova marce).

Per apprezzarne i profumi è consigliato agitare il vino nel bicchiere per aumentare l'evaporazione del bouquet.

In bocca poi dobbiamo introdurre circa 6 o 7 cm cubici di vino (un volume più grande richiede più tempo a riscaldarsi e diluisce la saliva, mentre un volume più piccolo non bagna le superfici del palato). Una volta in bocca il vino deve essere condotto in tutte le parti del cavo orale (tutto per circa 1O secondi).

E' inutile ripetere più volte l'assaggio dello stesso vino in quanto sono le prime sensazioni quelle migliori.

RELAZIONE TRA LA COMPOSIZIONE DEI VINI E I LORO CARATTERI

ORGANOLETTICI

 

I componenti principali che influenzano la degustazione sono: acidi, zuccheri, sali e polifenoli. Questi componenti interagiscono tra loro creando infinitesime combinazioni di percezione. Non sempre infatti un'analisi, per quanto accurata, del vino può descrivere gli aspetti organolettici di un vino.

 

SOSTANZE A SAPORE DOLCE

Possiamo identificare due tipi di sostanze: gli zuccheri (provenienti dall'uva) e gli alcoli (di origine fermentativa).

Tra gli zuccheri quelli più rappresentati sono il glucosio ed il fruttosio (in equilibrio tra loro nell'uva, mentre con la vinificazione il rapporto si sposta a favore del primo in quanto i lieviti lo prediligono. Lo zucchero che rimane dopo la fermentazione è soprattutto fruttosio che ha un potere dolcificante molto superiore al glucosio. Questo fa capire perché i vini bianchi dolci ottenuti naturalmente sono più dolci di quelli ottenuti per concentrazione o mutizzazione.

Nel dosaggio degli zuccheri riduttori di un vino completamente secco si possono riscontrare fino 1 o 2 grammi per litro di zuccheri.

Gli altri composti a reazione dolce sono gli alcoli e tra questi l'alcol etilico (o etanolo) che rappresenta il costituente più importante dopo l'acqua (l'acqua  85 - 90%, etanolo 72 -120 grammi litro in fùnzione di una gradazione alcolica tra i 9 e 15 gradi). Solo il 5 per mille è la quantità di altri alcoli oltre l'etanolo. Oltre al suo gusto caratteristico e complesso, l'alcol possiede un odore che ne è il supporto, l'eccipiente dell'aroma e del bouquet dei vini.

La degustazione del vino è l'interpretazione di una somma di sensazioni percepite simultaneamente o successivamente.  Queste sensazioni formano un  insieme indifferenziato durante un consumo non attento del vino. La degustazione analitica ha per scopo la separazione, l'ordinamento e l'identificazione di queste diverse impressioni.

Le sensazioni percepite provengono da tipi diversi di stimolazioni sensoriali; visive, olfattive, gustative, alle quali bisogna aggiungere le stimolazioni dei recettori tattili e dei ricettori termici della cavità orale.

Si chiama "gusto» di una sostanza un'impressione che in realtà è percepita soprattutto dall'odorato. Lo stesso movimento di deglutizione provoca una leggera sovrapressione nella cavità boccale che ricaccia i vapori attraverso il naso e favorisce la percezione

dell'odore.

I SENSI COINVOLTI NELLA DEGUSTAZIONE

 

Occhi® colore, limpidezza, fluidità, effervescenza®ASPETTO

 Naso® aroma, bouquet    ¾® ODORE

 

L'organo dell'odorato è situato nella parte superiore del naso che rappresenta, di fatto, solo il condotto di convogliamento dell'aria inspirata. La Mucosa olfattiva si trova nel cornetto medio, al di là di una stretta fenditura che si chiama fenditura olfattiva. La superficie di 2,5 centimetri quadri è interamente coperta da sottili prolungamenti o cilia olfattive(neuroni olf.)

Categorie di odori: animale, balsamica, legnosa, chimica, piccante (speziata, empireumatica, eterea, floreale, fruttata, vegetale.

 

Bocca:

·      aroma di bocca (odorato via retronasale)

 

·      sapore o gusto propriamente detto (gusto)

 

·      astringenza, causticità, effervescenza (sensibilità chimica mucose)

 

·      consistenza, fluidità, untuosità (sensazioni tattili)

 

·      temperatura (temperatura)

 

 

Gli organi ricettori gustativi sono localizzati nelle papille della lingua. Queste sono di varia forma e contengono cellule raggruppate in ammassi e distribuite irregolarmente sulla superficie Sono quattro i gusti elementari che vengono percepiti: dolce, acido, salato e amaro. lì dolce si avverte solo sulla punta, l'acido sui lati e appena al di sotto, il salato sui bordi e l'amaro nel fondo della lingua.

Le labbra, la volta del palato e le guance sono i percettori tattili e termici.

 

Retrogusto o persistenza: è l'insieme delle sensazioni che permangono dopo la deglutizione. Si può misurare in Caudalie (1 caudalie = 1 secondo di persistenza) Fino a 3, da 4 a 6, da 7 a 9, da 9 a 12, oltre 12.

INTERAZIONI TRA SENSAZIONI

La sensazione dolce interagisce con quelle acide ed amare.

 

 

SAPORE DOLCE

(Alcool, Glicerolo, Zuccheri, ecc.)

 

 

 

Ý

ß

 

 

 

 

SAPORE ACIDO

(Ac. Tartarico, Ac.Malico, Ac. Citrico, Ac. Succinico, Ac. Laffico,

Ac. Acetico)

 

+

 

 

SAPORE AMARO

(Composti Fenolici : Antociani, Flavoni, Ac.Fenolici, Tannini

condensati, Tannini catachinici)

 

Altre due sostanze a sapore dolce sono il butilenglicole e l'inositolo.

 

La sensazione dolce interagisce con quella acida equilibrandosi a vicenda;

SAPORE DOLCE Û SAPORE ACIDO + SAPORE AMARO

Alcol, glicerolo ecc. Û acidi (tartarico, malico, citrico ecc.) + polifenoli ecc.

 

 

SOSTANZE A SAPORE ACIDO

L'acidità del vino è costituita da vari acidi organici tra cui i più importanti sono:

                                          Ac. Tartarico       

Provenienti dall'uva         Ac. Malico           

                                          Ac. Citrico                   

                                                                         ACIDITA' FISSA

                                                                          Espressa in gilitro in Ac. Tartarico

                                          Ac. Succinico      

Di origine fermentativa  Ac. Lattico           

                                          Ac. Acetico   ¾¾¾®ACIDITA' VOLATiLE

                                                                                  Espressa in g/litro in Ac. Acetico

 

Acido Tartarico: è la terza parte degli acidi dei vino ed è anche quello più dissociato (libera la maggior parte degli ioni H+) e quindi più forte. Da lui dipende molto il pH ed èquello più resistente all'azione decomponente dei batten La sua concentrazione diminuisce, per precipitazione di cristalli di bìtartrato di potassio e di tartrato neutro di calcio (tartrato o cremortartaro), provocata dall'aumento dell'alcol e dall'abbassarsi della temperatura (la stabilizzazione tartarica dei vini viene fatta portando tutto a basse temperature per alcuni giorni e successive filtrazioni).

Acido Malico : è un acido debole e degradato facilmente da vari microrganismi. Questa trasformazione che si chiama malolattica produce ac. lattico e anidride carbonica. Essendo l'acido lattico più debole del malico ne risulta che il vino dopo la fermentazione malolattica risulta più morbido e meno aggressivo. Qualche volta questa fermentazione si può svolgere anche in bottiglia e determina una difettosa effervescenza dovuta all'an. carbonica prodotta. La presenza di ac. malico nei vini può dare nel retrogusto una sensazione amara ed asciutta molto caratteristica.

Acido Citrico : viene facilmente fermentato dai batteri. E' l'acido con cui si può acidificare il vino.anche se questa pratica è normalmente sconsigliata per i rossi a causa dell'aumento della acidità volatile che procura.

Acido Acetico : è l'unico acido che con la distillazione del vino passa nel distillato ed èper questo che viene detto volatile. Si forma dalla fermentazione alcolica (0,20-0,50 g/l in ac. acetico), dalla malolattica e dalle alterazioni batteriche. In quest'ultimo caso i batteri, in presenza di aria, riescono a fermentare l'alcol. lì tenore non deve superare 0,75 g/l in ac. acetico anche se il limite di legge è di 1. Il particolare odore con cui si identifica l'acescenza di un vino è dovuto ad un composto derivato che si chiama acetato di etile.

 

SOSTANZE DAL SAPORE SALATO.

lì contenuto di sostanze che conferiscono un sapore salato al vino, varia da 2 a 4 9 per litro, e sono i sali degli acidi minerali e di qualche acido organico. Le ceneri del vino, risultanti dall'incenerimento dell3estratto, le rappresentano approssimativamente. Esse partecipano al sapore del vino conferendo freschezza.

 

SOSTANZE DAL SAPORE AMARO

Sono fondamentalmente i composti fenolici denominati materia colorante o enotannini.

Questi conferiscono ai vini il loro colore e gran parte del sapore. La differenza del gusto tra

i vini bianchi e vini rossi è dovuto principalmente a questi composti.

Sono suddivisi in cinque categorie:

1)  gli antociani (coloranti rossi) tipico dei vini rossi giovani.

2)  i flavoni (coloranti gialli)

3)  acidi fenolici

4)  tannini condensati. I vini rossi contengono da 1 a 3,9 per litro di queste sostanze e alcune decine di milligrammi per litro nei vini bianchi. L'astringenza di questi composti è legata al loro grado di polimerizzazione. Alcuni vini vecchi, ricchi di tannino, hanno perduto la loro ruvidità e si sono ammorbiditi e le tonalità diventano sempre più aranciate (mattone) a dimostrare come con la polimerizzazione il vino complessa la sostanza colorante di partenza

5)  tannini catechinici: non sono contenuti nell'uva ma derivano dalle cessioni del legno.

 

SOSTANZE RESPONSABILI DELL'ODORE

Oltre ad alcune sostanze già descritte ci sono delle sostanze volatili spesso presenti in tracce nel vino che determinano la maggior parte delle caratteristiche olfattive. Possono essere acidi (acetico, butirrico ecc..), alcoli (metilico, etilico, isobutilico, feniletilico ecc..), aldeidi e chetoni (etanale, propanale, acetone, diacetile ecc..) esteri (acetato di etile, acetato di isobutile, lattato di etile ecc..).

 

ANALISI Dl UN VINO (Chianti Classico riserva Lamole)

Alcol espresso in ml per lOO ml (per distillazione)                        13,40

Estratto secco totale grammi per litro                                              26,70

Estratto dedotto gli zuccheri grammi per litro                                 26,30

Acidità totale grammi per litro in Ac. tartarico                                  5,60

Acidità volatile grammi per litro in ac. Acetico                                 0,50

Acidità volatile corretta della solforosa g/lt                                       0,43

Anidride solforosa libera mg/lt                                                           18,2

Anidride solforosa totale mg/lt                                                           67

 

 

Vini morbidi: questa qualità è legata dapprima ad un'acidità debole e ad un tenore in composti fenolici non troppo elevato. Un vino ricco di tannino è aspro ed astringente e tutto risulta accentuato quanto più alta è l'acidità. Al contrario se quest'ultima è bassa il vino è molle e piatto.

 

Vini robusti: il corpo è legato all'alcol, ai polifenoli, all'estratto secco.

Vini piatti: dove manca un tenore acido adeguato al corpo.

 

Vinosità  è il sapore caldo conferito dall'alcol, caratteristica tipica che si manifesta soprattutto con le temperature del vino più elevate.

 

Vino nervoso: quando il vino risulta vivo e brioso al palato ed è al tempo stesso sufficientemente alcolico ed acido senza che queste ultime due sensazioni siano singolarmente individuabili.

 

Vino grasso: è il vino che riempie bene la bocca, che possiede volume ed è detto anche corposo. Dipende sicuramente da un buon tenore alcolico1 una acidità non evidente ma regolare e la presenza di componenti dolci che attenuano la parte tannica.

 

Vino crudo o magro : quando è la parte acida a sovrastare le sensazioni dolci. Contenuto alcolico non sufficiente a dare morbidezza.

 

I PRINCIPALI DIFETTI ORGANOLETTICI DEL VINO.

Mentre l'appassionato degustatore cerca di scoprire le piacevolezze del vino, il tecnico fondamentalmente va alla ricerca dei difetti. Questi, spesso anche molto lievi, condizionano fortemente la percezione delle varie sfaccettature del prodotto. Quindi èimportante, in una prima analisi sensoriale, cercare di identificare dapprima gli eventuali problemi ed eventualmente collegarli alla loro origine. Tutto questo non è sempre facile anche perché prima di dichiararlo difettoso, occorre avere ben chiare in mente le caratteristiche tipologiche del vino.

 

DIFETTI DI CONFEZIONAMENTO:

TAPPO : è forse quello più facilmente riconoscibile e purtroppo più consueto. Occorre stare molto attenti però quando si degustano vini con invecchiamenti forzati in piccoli carati o ancora quelli con note di maderizzazione evidenti. lì sapore di tappo può avere più sfaccettature:

·    Tappo secco quando la sensazione è asciutta quasi polverosa.

·    Tappo verde si ha una percezione proprio di sughero che rimane nella lingua

·    Tappo ammuffito in questo caso il sapore è caratteristico e pungente.

 

SOLFOROSA l'anidride solforosa è il conservante per eccellenza del vino. Svolge una triplice azione; antiossidante, antifermentativa e antisettica. All'imbottigliamento viene aggiunta una certa quantità per regolare l'equilibrio chimico della soluzione vino in maniera da fissame una percentuale e allo stesso tempo di lasciarne una parte libera. Con il tempo quest'ultima tende a sparire e a complessarsi con le varie sostanze del vino. La quantità di solforosa libera che si raggiunge all'imbottigliamento dipende molto da quando si prevede che   il prodotto venga consumato. Organoletticamente la solforosa, se in giuste proporzioni, da al vino vivacità e freschezza.

Eccesso di solforosa : è quando soprattutto al naso si ha una reazione pungente proprio nella parte alta del canale olfattivo. Essendo una sostanza gassosa arriva direttamente ai percettori dell'olfatto con una certa aggressività. Sui vini bianchi aromatici è a volte difficile da identificare in quanto si mescola con i sentori più dolci e varietali del vino. In bocca invece lascia una sensazione di asciutto con un fondo amarognolo nella parte superiore del palato. In certi casi, quando non è eccessivo il difetto, si può ovviare con l'ossigenazione o mediante bicchieri di grande volume o con il decanter.

Mancanza di solforosa  in questo caso il difetto si awerte anche perché spesso e collegata al passaggio di aria attraverso il tappo. In questo caso il vino perde di vivacità e predominano le sensazioni ossidative e marsalate.

  DIFETTI DI INVECCHIAMENTO.

I principali difetti di invecchiamento sono collegati all'uso di legni che cedono al vino degli odori e dei sapori non sempre piacevoli. lì tipo di retropusto amaro che spesso si sentiva in certi vini lungamente invecchiati derivava spesso dall'uso di botti di castagno. Oggi normalmente si utilizza il rovere per la produzione dei contenitori in legno e quindi non èpiù così diffuso. Comunque si può riscontrare in certi vini una sensazione amara eccedente quella normalmente dipendente dai tannini dei rossi Questi problemi dipendono spesso dalla voracità del mercato che consuma i vini anzitempo spesso quando il prodotto non ha raggiunto il giusto equilibrio con la componente legnosa. Le barriques hanno risolto in parte questi inconvenienti innescando però una vera corsa ai uvini dl falegname". In realtà si possono trovare casi in cui la struttura del vino non e adeguata a sopportare il carico aromatico di questi tipi di rovere francese. Chiaramente a farne le spese è l'eleganza e la differenzazione sensoriale che spesso è l'aspetto più coinvolgente.

Ci sono poi altri tipi di reazioni al palato imputabili a difetti del legno di affinamento. Le botti vecchie o mal conservate possono cedere un sapore di legno secco quasi medicinale, oppure lasciare nel vino delle sensazioni di muffa verde.

  Il retrogusto amarognolo si può verificare anche in bottiglie estremamente invecchiate per l'innalzamento naturale del pH conseguente alla diminuzione di ac. Tartarico.

  DIFETTI Dl FERMENTAZIONE.

Sono quelli imputabili alla cattiva gestione dei processi fermentativi. Il più tipico è senza dubbio quello derivato dalla mancanza di ossigenazione dei mosti che da origine a sentori di idrogeno solforato (uova marce) o di materia organica in putrefazione. In questo caso si dice che un vino è ridotto.

Un altro difetto riscontrabile nei vini rossi che sono stati per troppo tempo a contatto con le bucce, senza una opportuna gestione dei rimontaggi, è il sentore di feccia.

L'acescenza è un altro difetto che si verifica quando i batteri acetici riescono ad aggredire i prodotti della fermentazione. La caratteristica sensazione di aceto si avverte al naso con un aggressione spesso attutita dai profumi dolci e volatili dell'alcol. Più alcolico infatti è il vino maggiore è la capacità di smorzare la sgradevole sensazione acida. Questo difetto inoltre con il passare del tempo tende comunque ad aumentare e pin caso di incertezza si può agitare bene il bicchiere coprendolo con una mano e poi annusare tutte le componenti volatili che si sono sprigionate

 

 

 

1. Questo documento, fornito da Leonardo Comucci, fa parte di un supporto didattico per un corso di sommelier. La sua diffusione è permessa unicamente a fini di conoscenza personale, l'associazione sarà estranea ad ogni uso improprio di tale materiale. Tali usi saranno in caso perseguiti agli effetti di legge.